RECENSIONE: "FAHRENHEIT 451" DI RAY BRADBURY

RECENSIONE

Ray Bradbury, Tim Hamilton, Fahrenheit 451, Oscar Ink Mondadori



L'AUTORE

Ray Bradubry (Waukegan, Illinois, 1920 - Los Angeles 2012), narratore e sceneggiatore cinematografico, ha rinnovato il genere fantascientifico. Fra le sue opere, oltre al celeberrimo Fahrenheit 451 (1953): Addio all'estate, L'Albero di Halloween, Il cimitero dei folli, Constance contro tutti, Cronache marziane, Il popolo dell'autunno, Tangerine e Viaggiatore del tempo.

L'ILLUSTRATORE

Tim Hamilton (1966) disegna fumetti, libri per bambini, vignette per importanti testate. Tra i suoi graphic novel l'adattamento de L'isola del tesoro e di Fahrenheit 451, nominato agli Eisner Award.

LA TRAMA

Montag fa il pompiere in un mondo dove gli incendi anziché essere spenti vengono appiccati. Armato di lanciafiamme, fa irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li brucia. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finchè, dall'incontro con una donna sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di un mondo diverso. In una società in cui leggere libri e possederne è reato, riusciranno almeno le parole a salvarsi dalla distruzione, dai roghi del potere?

Un raffinato graphic novel, approvato da Ray Bradbury (che ne firma la prefazione), nel quale rivivono le allucinate e poetiche atmosfere di uno dei romanzi distopici più amati.

LA RECENSIONE


Era un piacere bruciare tutto. Era un piacere particolare veder le cose divorate...annerite, trasformate...

Uno tra gli incipit più famosi e dolorosi della letteratura moderna, quello di Fahrenheit 451, che in questo graphic novel illustrato da Tim Hamilton prende vita in un chiaroscuro di luci e ombre e scene dal taglio cinematografico, in cui il fuoco sembra emergere dalle pagine e divorare anche il lettore/spettatore.

Guy Montag, pompiere di terza generazione, brucia libri per mestiere. Il titolo del romanzo, Fahrenheit 451, indica appunto la temperatura raggiunta dalle fiamme, per essere certi che ogni minima traccia di cultura e conoscenza venga distrutta per sempre. La vita del protagonista scorre ordinaria come quella di chiunque altro: lavoro, una moglie apatica e indifferente impegnata a seguire i programmi televisivi sui grandi schermi che foderano le pareti del salotto, le corse forsennate in automobile in un mondo in cui tutto viaggia a velocità raddoppiata e le persone non devono più aver tempo per pensare. Un'esistenza bombardata di stimoli, in cui nessuno può più fermarsi e concedersi un attimo per sé.

Ma qualcosa sta cambiando nella routine di Montag. Confuso, frustrato e sopraffatto dal mondo che lo circonda, il pompiere inizia ad impossessarsi di libri e a nasconderli in casa propria. Da quel momento in avanti, Montag diventa un potenziale ricercato, un sovversivo da mettere a tacere, soprattutto dopo l'incontro con Clarisse McClellan, una ragazza che vive nel suo quartiere come un'emarginata per via delle sue strane abitudini e di quelle della sua famiglia. Clarisse non guarda la tele-soggiorno, preferisce fermarsi ad osservare il mondo che la circonda e dice a Montag che un tempo i pompieri spegnevano gli incendi anziché appiccarli. Eresie che il misterioso governo di Fahrenheit 451 non può permettersi di accettare. Mentre Clarisse scompare misteriosamente, la squadra di Montag brucia un'anziana signora decisa a non abbandonare i suoi libri e da quel momento in avanti nulla sarà più lo stesso per lui...

Pubblicato nel 1953, sull'onda dei precedenti 1984 e Il mondo nuovo, Fahrenheit 451 è un'opera ancora spaventosamente attuale. A differenza di Orwell e Huxley, Bradbury non costruisce un regime totalitario ben definito ma preferisce descrivere una società controllata in maniera più subdola, tramite la distruzione di qualsiasi forma di conoscenza indipendente e l'esposizione costante a programmi televisivi e radiofonici mirati unicamente ad anestetizzare le coscienze delle persone. Il mondo di Guy Montag è incapace di pensare autonomamente, di farsi domande, di reagire a qualcosa che non sia collegato a velocità e puro e semplice intrattenimento. Poco importa che ci sia una guerra atomica alle porte, l'unica preoccupazione di Mildred Montag, la moglie del protagonista, è quella di poter acquistare il quarto ed ultimo schermo televisivo interattivo per il loro salotto, uno schermo che entra nelle case delle persone come un enorme social media in cui è possibile far parte della trasmissione e far parte del grande sistema di intrattenimento governativo.

A differenza di sua moglie, la coscienza di Guy Montag si risveglia a poco a poco, in un'escalation che segue l'evoluzione del protagonista lungo le tre parti in cui il romanzo e il graphic novel sono divisi. Montag ha perso la fede nella sua professione e nella società e si ritrova goffo e incerto sulle decisioni da prendere, come un bambino che inizi a camminare per la prima volta. Fahrenheit 451 non fornisce una spiegazione chiara e singola del perché i libri siano stati banditi e di come si sia giunti ai roghi, ma si concentra sul fatto che i libri siano esseri muti e tuttavia spaventosi in quanto "rivelano i pori sulla faccia della vita", perchè "la gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive". Montag ha così l'impressione di aprire gli occhi per la prima volta, alla spasmodica e faticosa ricerca di solide realtà in un mondo inconsistente, illusorio e fittizio.

Fahrenheit 451 anticipa - forse senza saperlo - il mondo odierno dei social media, delle informazioni veicolate a scopi egoistici e propagandistici e dell'intrattenimento comodo, un mondo moderno fatto di tecnologia e "alta velocità" in cui tutto sembra invecchiare di minuto in minuto. Il romanzo di Ray Bradbury è di una lucidità disarmante e il taglio duro e aspro delle scene di Tim Hamilton lo rende ancora più spaventoso e doloroso, così attuale che persino dopo averne terminato la lettura numerose domande continuano a ronzarci in testa, prima fra tutte quanto ognuno di noi si riconosce nella società (apparentemente) distopica di Fahrenheit 451.

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