SEGNALAZIONE: "LE METAMORFOSI" DI PUBLIO OVIDIO NASONE

SEGNALAZIONE
Publio Ovidio Nasone, Le Metamorfosi, Newton Compton Editori


L'AUTORE
Publio Ovidio Nasone, noto semplicemente come Ovidio, è stato un poeta romano, tra i principali esponenti della letteratura latina e della poesia elegiaca.
Fu autore di molte opere, il cui corpus è tradizionalmente suddiviso in tre sezioni. La prima sezione, che si colloca tra il 23 a.C. e il 2 d.C., è rappresentata dalle opere elegiache di argomento amoroso e comprende gli Amores, le Heroides (Epistulae heroidum) e il ciclo delle elegie a carattere erotico-didascalico. La seconda sezione, tra il 2 d.C. e l'8 d.C., è caratterizzata dalle Metamorfosi (Metamorphōses o Metamorphosěon libri) e dai Fasti, di intonazione religiosa, mitologica e politica. La terza e ultima sezione, compresa tra l'8 d.C. e la morte (17 o 18 d.C.), include le elegie dell'invettiva e del rimpianto: Tristia (Tristezze), Epistulae ex Ponto (Lettere dal Ponto), Ibis. Fu autore anche di altre opere, andate oggi perdute, tra cui una Gigantomachia e una tragedia, la Medea.
La fama di Ovidio fu grande in vita quanto nelle epoche successive alla sua morte: ne riprendono i temi o ne imitano lo stile, tra gli altri, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Ludovico Ariosto, William Shakespeare, Giambattista Marino e Gabriele D'Annunzio. Inoltre, innumerevoli sono gli spunti che le Metamorfosi hanno fornito a pittori e scultori italiani ed europei.

LA TRAMA
È uno dei classici dell’antichità più amati non solo da grandi poeti e scrittori ma anche da un pubblico vastissimo di lettori: Ariosto ne era innamorato, Dante lo cita più volte, ha ispirato Shakespeare, D’Annunzio e Montale, commuove con le sue tragiche storie d’amore, diverte con la sua ironia. Ovidio racconta duecentoquarantasei bellissime favole, tutte dedicate al tema inquietante e “fascinans”, tanto caro ai Greci, del cambiamento improvviso e totale, della trasformazione. Sorprende e fa riflettere scoprire che protagoniste di questi ultimi e definitivi esiti di passioni, di offese mortali e follia sono soprattutto donne, dai nomi fatali: Europa, Armonia, Medea, Medusa, Filomela, Arianna, Tisbe, Eco, come a testimoniare la sensibilità di Ovidio – poeta romano esiliato, cacciato e abbandonato come qualcuna delle sue eroine – per l’universo femminile. Con la profondità del sentire e la potenza dell’invenzione poetica, ci trascina attraverso i quindici libri del suo capolavoro come attraverso un mare di immagini, dove prendono vita i personaggi più diversi, ma dove soprattutto è la voce delle donne a modulare la paura, l’amore, l’odio e la disperazione a fronte di un universo maschile che è già di pietra.

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