RECENSIONE: "LA STIRPE DI HERAKLES" DI ANDREA GUALCHIEROTTI

RECENSIONE 
Andrea Gualchierotti, La stirpe di Herakles, Edizioni Il Ciliegio

Recensione a cura di Caterina Franciosi


L'AUTORE
Andrea Gualchierotti (Roma, 1978) vive e lavora in provincia di Roma.
Dopo la laurea in Sociologia, ha conseguito il master in Marketing management, specializzandosi poi nella gestione dei Sistemi di Qualità. 
Ispirato dai numi tutelari del Fantastico d’oltreoceano come R.E.Howard, H.P.Lovecraft e C.A. Smith, ama miscelare nei suoi lavori il gusto per gli scenari esotici con il fascino dei misteri del mondo antico.
Per le Edizioni Il Ciliegio è autore, assieme a Lorenzo Camerini, dei due volumi della saga di Atlantide (Gli Eredi di Atlantide e Le guerre delle Piramidi), e del romanzo di Fantasia eroica mediterranea “La stirpe di Herakles”.
Ha pubblicato numerosi racconti a tema fantastico per vari editori, comparsi sulle antologie “Eroica”, “Impero” e “Folklore”(Watson Edizioni) e “Heroic Fantasy vol.1” e “Vlad” (Ailus); con Italian Sword&Sorcery Books ha già pubblicato il volume di racconti storico-fantastici Byzantium, il romanzo L’Era del Serpente, ed ha partecipato all’antologia-manifesto “Mediterranea”. Recensisce novità e classici della letteratura fantasy sulla rivista Hyperborea, di cui è vicedirettore.
Suoi racconti e articoli appaiono anche sulla rivista Dimensione Cosmica (Solfanelli) e redige contributi di storia delle religioni e antropologia per L’Intellettuale Dissidente. E’ ospite abituale di presentazioni, fiere e convegni, tra cui Più Libri Più Liberi e il recente Fantastico Mediterraneo, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati. 
Quando non scrive, si dedica alle sue passioni per la numismatica, i viaggi e al mai dimenticato amore per i romanzi d’avventura.

LA TRAMA
I grandi guerrieri che hanno combattuto davanti alle mura di Troia sono caduti, e rivali ambiziosi insidiano i troni rimasti vacanti. Tradito dai suoi, anche il principe Arethes, reggente di Cencrea, viene detronizzato, proprio mentre dal passato riemerge una stirpe d'invasori feroci e invincibili. Per riavere ciò che è suo, Arethes dovrà così incamminarsi lungo una via sanguinosa, una strada che lo condurrà a sfidare persino gli dèi stessi, in una lotta che unisce la suggestione dei miti antichi alla potenza dello Sword & Sorcery.

LA RECENSIONE
"Sì, illustre Arethes: tuo padre e i tuoi fratelli sono morti!"
L'ombra del messaggero ballava incerta sulle pareti della grande sala, simile a un danzatore reso goffo dell'ebbrezza del vino. 
Alimentata dal legno resinoso, la fiamma al centro del megaron accendeva bagliori sui volti degli uomini, rilucendo sulle lunghe lame che pendevano dalle colonne di pietra; dall'alto del gran seggio intagliato, posto sul fondo dell'aula, Arethes aveva ascoltato le parole del messo, scrutandolo.
Il viso e gli occhi neri e profondi, prima ancora delle parole, raccontavano di un lungo viaggio, e d'altrettanto numerosi pericoli; cicatrici ormai antiche solcavano la fronte e le mani vigorose. Pur giunto alle soglie della vecchiaia, portava ancora i segni d'una esistenza guerriera. 
Era giunto quel giorno alla reggia di Cencrea, accolto dai servi; col capo ancora coperto dalla polvere del cammino, aveva rifiutato vino e acqua, domandando udienza a colui che reggeva la rocca: Arethes figlio di Amphiloco, fratello di Brasida e Cleomene. Proprio di loro recava notizie.

Dieci anni sono passati dall'inizio della guerra di Troia, dallo scatenarsi della "ira d'Achille Pelide rovinosa che infiniti dolori inflisse agli achei", come recita il proemio della traduzione di Rosa Calzecchi Onesti.
Da dieci anni il principe Arethes riveste il ruolo di reggente a Cencrea: suo padre Amphiloco e i suoi fratelli Brasida e Cleomene sono caduti a Troia, facendo di lui l'unico erede al trono. Ma qualcuno sta tramando nell'ombra. Il nobile Archidamo, approfittando della situazione instabile, non esita a detronizzare Arethes e ad insediarsi al suo posto, condannando a morte il giovane principe. Ma il Fato ha altro in serbo per lui: un valoroso guerriero di ritorno da Troia, Elteo, aiuta Arethes a fuggire e a fare luce sull'oscura minaccia che avvolge ora Cencrea, un mistero antico come il Tempo...

Con La stirpe di Herakles, l'autore Andrea Gualchierotti interpreta e rielabora magistralmente il mito degli Eraclidi, i figli di Eracle e Deianira perseguitati da Euristeo, collocandolo in una cupa ambientazione sword&sorcery, ma senza mai perdere il tono aulico e solenne che caratterizza le grandi opere classiche, prime fra tutte l'Iliade e l'Odissea. Il romanzo sembra infatti voler omaggiare gli autori del passato, riprendendo temi e caratteristiche tipici e calandoli perfettamente nella narrazione. 
Il lettore potrà così apprezzare il tema del nòstos (νόστος), il ritorno degli eroi greci dalla guerra di Troia: vero è che, a parte alcuni casi, poco viene riportato su di loro, eppure l'autore riesce ad inserire all'interno della narrazione i celebri episodi di Menelao, Odisseo e anche la tragica morte di Agamennone ad opera di Clitemnestra, la regina assetata di sangue e di vendetta. 
Un altro tòpos della letteratura classica è anche l'incontro di Arethes con la Pizia Tàlame, profetessa del dio Apollo: proprio come accadeva durante la guerra di Troia o durante il ritorno di Odisseo per mare, il volere divino influenzava le sorti degli uomini, talvolta in maniera decisiva. Arethes, dopo essere sopravvissuto all'incontro con il dio ed aver così dimostrato di essere degno di continuare la missione, deve affrontare la più difficile delle prove: discendere nell'Ade (proprio come Odisseo o Enea) e bagnare le sue armi nelle acque del fiume Stige. Solo così potrà affrontare Archidamo e l'oscura magia alla quale il traditore si è votato.
La storia si alterna così tra mito e leggenda, tra splendide ricostruzioni storico-fantastiche e religiose. L'autore dà prova di grande esperienza e competenza in materia, ma soprattutto di una grande cura per i dettagli, che sono la chiave di volta per coinvolgere il lettore nel racconto. Il mondo descritto da Andrea Gualchierotti è un mondo buio, violento, a tratti persino barbaro. I suoi personaggi possiedono aspetti positivi e negativi, sono sia eroi che antieroi, primo fra tutti Arethes. Il giovane principe, il cui nome fa riferimento alla areté (ἀρετή), la capacità di assolvere bene al proprio compito, appartiene di certo alla nobile e valorosa schiatta greca, ma non per questo tutte le sue azioni sono giuste e onorevoli. Elteo, allo stesso modo, non rivela tutta la verità del suo passato a Arethes e nasconde vergognosi segreti nel profondo del suo animo. Lo stesso antagonista, Archidamo, rivelerà lati contrastanti del suo carattere. 
Grazie ad uno stile ricercato ma scorrevole, perfettamente adeguato alla storia narrata, Andrea Gualchierotti descrive in maniera vivida e intensa le lotte interiori (ma anche quelle fisiche!) dei suoi personaggi, riuscendo ad emozionare e a coinvolgere tutti i suoi lettori, facendo loro apprezzare i diversi aspetti del suo romanzo.
A chiusura di tutto, vi segnalo anche l'interessante postfazione a cura di Donato Altomare, Presidente della World SF Italia. 

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