RECENSIONE: "L'ALBERO E IL MAGO" DI P. ANCILOTTO, M. DISTEFANO, C. PERIN

RECENSIONE 
Paola Ancilotto, Maria Distefano, Carmen Perin, L'albero e il Mago, L'Arco e la Corte

Recensione a cura di Federico Galdi


LE AUTRICI
Paola Ancilotto. Scrivo storie per bambini, audio fiabe e percorsi storico-artistici su soggetto veneziano, commedie e biografie per ragazzi. Collaboro a progetti multimediali perché credo nella sinestesia delle arti, nel lavoro di gruppo, nei progetti comuni.

Maria Distefano. Affianco la mia attività di illustratrice di libri per bambini e ragazzi a quella di docente in stage e laboratori - per ragazzi e adulti - mirati alla ricerca ed allo sviluppo del proprio potenziale creativo, attraverso la grafica e l'illustrazione. Da molti anni progetto e realizzo per scuole, biblioteche e musei, laboratori artistici incentrati sull'affettività.

Carmen Perin. Mi occupo di grafica, digital painting e video editing. Negli ultimi anni ho diviso il mio tempo tra l'attività di grafica e quella di animatrice, realizzando laboratori artistici per scuole e biblioteche.

Insieme, dal 2017, abbiamo iniziato il progetto "Vite di Sogni".

LA TRAMA
Nel giardino botanico di Oxford viveva un grande Pino nero. Non è un albero qualsiasi, è un testimone silenzioso... forse anche un gentile suggeritore, le sue foglie e i suoi rami hanno raccontato a chi ha saputo ascoltare, storie di mondi sconosciuti fino ad allora. Quella pianta secolare ha un nome: "Laocoon" ed è il custode dei pensieri di un professore di lingua e letteratura inglese, che sarebbe diventato di lì a poco uno dei più popolari scrittori di tutti i tempi.

LA RECENSIONE
Parlare di Tolkien e della sua biografia è meno semplice di quanto si possa pensare. In primo luogo perché è ormai assodato che praticamente chiunque abbia avuto un interesse più che occasionale per il Professore ha cercato di dire la sua, spesso aggiungendo (od omettendo) elementi nella sua storia. In seconda istanza, perché ci si trova di fronte al primo grande convitato di pietra del fantastico.

Siamo sinceri: tutti noi, lettori, autori, editori e illustratori, chiunque abbia avuto anche solo qualcosa a che fare con il fantasy, prima o dopo si è dovuto confrontare con John Ronald Reuel Tolkien. Amandolo, per il suo grande contributo al fantastico, od odiandolo, per la sua presenza ingombrante; spesso resa ancor più ingombrante da quanti, nei decenni, hanno sfruttato la sua opera non come modello ma come serbatoio da cui attingere.

Ecco perché trovarsi di fronte a una nuova biografia tolkieniana suscita sentimenti contrastanti. Per chi ha amato il Legendarium è certo una bella notizia, implicando ancora adesso un estremo affetto nel confronti dell’autore e della sua opera. Ma il rischio di cadere nel “già visto” è dietro l’angolo.

In fondo è possibile essere originali nel raccontare una vita che è già stata raccontata dozzine di altre volte da altri autori? La risposta logica ci dice di no. Ecco perché l’uscita de “L'albero e il mago” in un primo momento potrebbe non suscitare un grande interesse da parte dei lettori appassionati di fantastico. La “Biografia illustrata del padre della letteratura fantasy” tuttavia cerca da subito di mostrarsi un po’ differente.

Non solo per le ottime illustrazioni all’interno dell’opera di Paola Ancilotto, Maria Distefano e Carmen Perin. L’albero e il mago si propone di compiere un’azione non da poco: quella di “de-mitizzare” la biografia del Professore.

Può sembrare strano, ma è difficile concepire un azione più lodevole di questa nel parlare della vita e dell’opera di Tolkien. La tendenza, diffusa già prima della sua morte, di elevare la sua esistenza a un livello superiore, rendendolo ogni aspetto della sua vita fuori dall’ordinario, ha contribuito a creare attorno a lui un’aura di mito che ne ha offuscato il vero valore. Riportare l’intera vita di Tolkien a livello umano, in effetti, accresce non poco l’eccezionalità del suo operato.

Domanda retorica. L’aver codificato un intero genere risulta un’impresa più importante se a compierla è stato un uomo, brillante, ma dotato di un’infanzia, un adolescenza, che ha vissuto di amore, amicizia e paure, o se a compierla è stato un mito?

Le autrici scelgono quindi di ripercorrere i tratti salienti della vita di Tolkien, dai suoi primi anni in Sudafrica fino al compimento della sua opera magna, e lo fanno collegando di volta in volta i grandi eventi della sua esistenza con alcuni momenti cardine dei suoi scritti. Il tutto rendendo la trasposizione più viva che mai grazie alle splendide tavole che accompagnano l’opera.

L’albero e il mago vive quindi in una dimensione sospesa. Un po’ fiaba e un po’ biografia, nella quale tuttavia la prima non prende il sopravvento sulla seconda, vero cardine dell’opera. Fine, non mezzo, che si vuole proporre ai lettori.


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