RECENSIONE: "I.33 VALPERG: LA SCHERMA DELL'INGANNATRICE" DI MICHELE GONNELLA

RECENSIONE
Michele Gonnella, I.33 Valperg: La Scherma dell'Ingannatrice - Sword'n'apecar, Lethal Books
Cover di Vincenzo Pratticò

Recensione a cura di Caterina Franciosi


L'AUTORE
Labrolucchese classe '88, Michele Gonnella vive per tre cose: cazzotti, tè e libri, attività che vengono rigorosamente supervisionate dai suoi assistenti e maestri gatti che lo osservano... e giudicano.
Nonostante sia un perito informatico, la sua principale occupazione è quella di gestire sé stesso mentre alterna spade, Wing Tzun e tè a correzioni di bozze altrui e stesure dei suoi testi. Dopo aver scritto "Manuale di Rissa - Dé Bello Tabernae" e aver vinto lo Zappa&Spada, è divenuto uno dei fondatori di Ignoranza Eroica - collettivo di scrittori apocapunk di meNare il suo scopo è sovvertire il meinstrim - in cui guadagna il soprannome di "Noccaghignante" durante il primo torneo Schiaffantasi. A seguito, pubblica "Anima d'Ombra - Strige Nero", weird thriller che guarda male ogni tipologia di etichetta di genere. 
Attualmente sta lavorando a un metodo di combattimento che incroci i pugni alla scrittura e, per farlo, si allena pubblicando haiku sul suo blog HaikuSpot. Il suo motto: ne ferisce più la penna della spada, ma nel dubbio le ho entrambe. 

LA TRAMA
“Plutone Stigio non osa quel che fanno la Strega Ingannatrice e il Frate Scellerato.” 
Così recita il tomo di spada e scudo di Santa Valperg, il più antico e misterioso manuale del suo genere. 
Un demone ancestrale, in cerca di vendetta, scatena la Caccia dei Morti tra i monti del Ponte del Diavolo ma una nuova Santa, armata di spada e scudo, sta attraversando boschi e ospizi a bordo di un apecar per impedirglielo. Cosa si cela dietro la notte di Valperg e come si scaccia uno spirito con un salame lo scoprirà Santa Iride a colpi d’ignoranza, perché quando il Diavolo con gli Inganni incontra la Santa con l’Apino… 
È tempo di meNare.

LA RECENSIONE
La giovane adepta bussò timidamente alla porta di Valperg. 
"Avanti!"
La monaca entrò. Il letto della Badessa era in ordine e questa, seduta alla scrivania, prendeva appunti. Non faceva altro da giorni.
"Signora, è arrivato il monaco inviato da vostro fratello, lo faccio entrare?"
Valperg annuì senza nemmeno guardare la ragazza. In silenzio, quest'ultima si fece da parte, lasciando entrare un giovane prete.
"Mia signora" si inchinò lui. 
Attese una risposta, ma questa non arrivò mai. Nell'aria fredda della stanza si sentiva solo lo scricchiolio della penna sulla pergamena.
"Sono padre Luteger, scelto da vostro fratello il Vescovo."
"Lasciaci soli, sorella" proferì la Badessa da dietro la scrivania. Attese che la suora se ne andasse e poi posò lo sguardo sul nuovo arrivato, che rabbrividì. Ne notò il fisico robusto e allenato.
"Sai combattere?"
"Per questo sono stato scelto."
"Sai scrivere e disegnare?"
Colto alla sprovvista, il monaco guerriero si morse il labbro inferiore.
"Sì e... No, mia signora."
Questa annuì.
"Ecco perchè hai superato il setaccio di mio fratello."

I.33: un antico manoscritto di origine tedesca, risalente al XIII secolo e il più antico trattato di scherma da duello pervenuto fino ai giorni nostri. Come potete vedere anche sulla copertina dell'edizione Il Cerchio, a cura di A. Morini, R. Rudilosso e F. Germana Giordani della Sala D'Arme Achille Marozzo, il manoscritto I.33 rappresenta due combattenti che praticano scherma di spada e brocchiero, ma la sua particolarità è - come scrive anche Michele Gonnella nella prefazione al suo romanzo - che all'interno del manoscritto vi sono frasi piuttosto criptiche e personaggi insoliti per un trattato schermistico. Un esempio? "Plutone Stigio non osa quel che fanno la Strega Ingannatrice e il Frate Scellerato". Ed è proprio da queste peculiari caratteristiche che Michele Gonnella dà vita al suo "I.33 Valperg". 

In un'ipotetica Italia post terzo conflitto mondiale del 2035, due ricercatori della Regia Università di Lucca sono alle prese con I.33, un misterioso manoscritto di scherma antica. Per poterlo comprendere e studiare al meglio, chiedono aiuto a Iride "La Santa" Santini, esperta in botte da orbi e ragazza decisamente fuori dagli schemi, con una strana ossessione per il caffè. Attraverso le (dis)avventure dei tre, Michele Gonnella conduce i lettori in un viaggio tra passato e futuro, tra il reale e il fantastico: basandosi sul reale manoscritto I.33 e adattandolo per esigenze di trama, l'autore intreccia le vicende di Santa Valperg (o Valpurga che dir si voglia) di Heidenheim, appartenente a una famiglia di Santi di origine anglosassone, a quelle di Iride, prigioniera del vortice degli eventi e ritrovatasi suo malgrado ad affrontare un'oscura e millenaria presenza. Una presenza di non proprio spiccata intelligenza né furbizia, perché - seppur memore della "Strega Ingannatrice" che il demone ha affrontato secoli addietro - ha comunque deciso di tornare a farsi...viva nella campagna toscana del 2035 per tormentare Iride e compagni. Senza ovviamente sapere della batosta epocale che la attende.
Tra creature tipiche del folklore locale, benandanti, folletti schizzinosi, amicizie improbabili e combattimenti all'ultimo sangue (a bordo di un apino), Michele Gonnella crea un'opera sul genere di "Good Omens" di Neil Gaiman e Terry Pratchett: divertente, irriverente e intrisa di humour nerissimo, ma che sotto toni leggeri rivela tutta la grande conoscenza ed esperienza in materia di storia, leggende e scherma antica dell'autore. Anche l'alternanza tra passato e presente (e immancabili titoli di coda finali) con relativi cliffhanger al termine della maggior parte dei capitoli, contribuiscono a rendere "I.33 Valperg" un romanzo brioso, dal ritmo serrato e ricco di rivelazioni e colpi di scena. 
Benedetto da Santa Valperg e Santa Iride dei Benandanti in persona!

Secondo una testimonianza apocrifa, qualcuno chiese alla Santa "Ma lo sai che per esser santi bisogna essere pure morti?" ed ella rispose, nella sua saggezza "Vuoi che ti faccio santo subito?"



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