RECENSIONE: "IL NOME DEL VENTO" DI PATRICK ROTHFUSS
LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Patrick Rothfuss, Il Nome del Vento, Mondadori Oscar Fantastica
Illustrazioni di Daniel Dos Santos e Nathan Taylor
Edizione del Decennale
Recensione a cura di Caterina Franciosi
L'AUTORE
Patrick Rothfuss è nato nel Wisconsin nel 1973. Ha studiato ingegneria chimica all'università di Stevens Point (Wisconsin) frequentando innumerevoli corsi e laureandosi, alla fine, in letteratura. Rothfuss è stato insignito, negli anni, del Quill Award, del David Gemmell Legend Award, del German Fantasy Prize e del prestigioso Premio Locus al miglior romanzo di Fantasy. I primi due romanzi delle "Cronache dell'assassino del re" sono pubblicati da Mondadori.
LA TRAMA
Fin dalla prima pubblicazione, nel 2007, "Il Nome del Vento" ha rapito e incantato milioni di lettori. Questa nuova edizione ci porta ancora più a fondo nel mondo inimitabile di Patrick Rothfuss, con numerosi materiali inediti: scritti dell’autore e dell’editore; decine di sbalorditive illustrazioni di Dan Dos Santos; nuove meravigliose mappe di Nathan Taylor; una postfazione della celebrata autrice Jo Walton; infine appendici completamente illustrate sulla storia, le valute, il calendario dei Quattro Angoli della Civiltà, insieme a una guida completa alla pronuncia dei nomi, dei luoghi e dei termini specifici dell’universo del "Nome del Vento".
Questo romanzo è un’esperienza ineguagliabile nella letteratura fantasy: la storia di un eroe raccontata dalla sua viva voce. È un racconto di dolore e di sopravvivenza, ma soprattutto è il racconto di un uomo in cerca del senso del suo universo, e di come quella ricerca – e l’indomabile volontà che l’ha guidata – ha dato vita alla leggenda.
LA RECENSIONE
Era di nuovo notte. La locanda della Pietra Miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.
La parte più ovvia era una quiete vuota, riecheggiante, formata da cose che mancavano. Se ci fosse stato del vento, avrebbe spirato attraverso gli alberi, fatto scricchiolare l'insegna della locanda sui suoi cardini e spazzato via il silenzio lungo la strada come vorticanti foglie autunnali. Se ci fosse stata una folla o anche solo un gruppetto di avventori, questi l'avrebbero riempito con conversazioni e risa, il fracasso e gli schiamazzi che ci si aspetta da una taverna nelle buie ore notturne. Se ci fosse stata musica... ma no, ovviamente non c'era alcuna musica. In realtà non c'era nulla di tutto ciò, perciò rimaneva il silenzio.
All'interno della Pietra Miliare alcuni uomini erano radunati a un angolo del bancone. Bevevano con calma determinazione, evitando serie discussioni di notizie preoccupanti. Nel fare ciò essi aggiungevano un piccolo, cupo silenzio a quello vuoto più grande. Formavano una sorta di lega, un contrappunto.
Il terzo silenzio non era facile da notare. Se foste rimasti in ascolto per un'ora avreste potuto cominciare a sentirlo nel pavimento di legno sotto i piedi e nei ruvidi barili scheggiati dietro il bancone. Era nel peso del focolare di pietra nera che tratteneva il calore di un fuoco spento da molto. Era nel lento andirivieni di un bianco panno di lino che sfregava le venature del bancone. Ed era nelle mani dell'uomo che se ne stava lì in piedi a pulire un tratto di mogano che già risplendeva alla luce delle lampade.
Da anni la Pietra Miliare è gestita da Kote il locandiere e da Bast, suo fido aiutante. Kote è austero e silenzioso. Ha capelli color del fuoco. E sembra sempre sapere qualcosa che gli altri non sanno. Come è possibile?
Solo l'arrivo di Cronista permetterà di iniziare a far luce sul mistero che ammanta Kote e il suo passato. Durante il primo dei tre giorni che saranno necessari al locandiere per ripercorrere la sua storia dalle origini, andremo alla scoperta di indicibili orrori e inenarrabili tragedie, della storia di un'infanzia strappata ma anche di coraggio ritrovato, di un grande amore impossibile e delle crudeltà perpetrate all'interno dell'Arcanum.
Perché Kote ha molto da raccontare.
Deve raccontare di quando ancora era Kvothe il Senzasangue.
E soprattutto deve raccontare di quando era alla ricerca del nome del vento.
"Il Nome del Vento", primo volume della trilogia de "Le Cronache dell'Assassino del Re" di Patrick Rothfuss, torna con una nuova veste illustrata in occasione del decennale della prima edizione americana. Oscar Fantastica propone un volume veramente lussuoso, con ben due mappe del mondo di Kvothe all'interno della sovracopertina esterna firmate da Nathan Taylor, suggestive illustrazioni interne ad opera di Daniel Dos Santos e approfondimenti finali sull'universo creato da Patrick Rothfuss (postfazione di Jo Walton e nota dell'autore seguiti da una serie di appendici: "I semi dell'Impero", "Il calendario aturiano", "Le valute di Temerant" e una guida alla pronuncia).
Con "Il Nome del Vento", Patrick Rothfuss dà vita ad un epic fantasy studiato fin nei minimi dettagli, con un'accuratezza dei dettagli che ricorda quella di Tolkien. Rothfuss pensa a tutto: non solo una storia emozionante, che vi catturerà fin dalle prime pagine, ma anche un mondo costruito secondo regole precise, a partire da diversità linguistiche e culturali, un calendario con una divisione proprie, singolari monete e valute e precise regole dell'uso della magia. Ma ciò che più affascina di quest'opera è - a mio avviso - un dettaglio piccolo ma fondamentale: la conoscenza del vero nome delle cose. Come Kvothe imparerà prima tra i girovaghi e successivamente all'Arcanum, solo sapendo il nome reale di una particolare entità sarà possibile esercitare una certa quantità di potere su di essa.
Tre, dunque, sono i giorni che Kvothe dedicherà a Cronista per raccontare la propria storia. Rivelata ormai la sua vera identità, il locandiere coglie l'occasione offertagli dal viandante per ripercorrere i propri passi, per fare ordine nel mare di ricordi che in più di un'occasione hanno rischiato di sopraffarlo.
Il romanzo si alterna quindi tra presente e passato, tra la locanda e i viaggi del giovane Kvothe, alla disperata ricerca dei mostri che gli causarono così tanto dolore. Ma la strada è lunga, e il giorno volge al termine: la sua storia non è ancora conclusa quando Kvothe si interrompe sul calar della sera. Ma già in una manciata di ore abbiamo appreso tanto su di lui, sul mondo che circonda la Pietra Miliare e sui mostri che si nascondono nell'oscurità. E con mostri - molto spesso - non si intende solo esseri demoniaci partoriti dai peggiori incubi. Mostri sono anche coloro che vestono abiti di lusso e ricoprono i più prestigiosi ruoli dell'Arcanum.
"Il Nome del Vento" è un romanzo indimenticabile, assolutamente consigliato a tutti gli amanti di fantasy o fantastico. Patrick Rothfuss dà vita ad un universo affascinante, pieno di meraviglie ma anche di minacce. Kvothe, il suo protagonista, è un uomo il cui nome è divenuto leggendario - anche se in questo primo volume i lettori potranno gustare solo un assaggio iniziale di ciò che verrà. Partiamo dunque verso questo epico viaggio alla ricerca del nome del vento.
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