RECENSIONE: "IL VIAGGIO DI HALLA" DI NAOMI MITCHISON
RECENSIONE
Naomi Mitchison, Il viaggio di Halla, Fazi Editore
A cura di Michele Gonnella
L'AUTRICE
Naomi Mitchison. Nacque in Scozia nel 1987 e visse fino all'età di 101 anni. Viaggiò in tutto il mondo e scrisse più di settanta libri, spaziando dal fantasy alla fantascienza, dalla poesia alla non-fiction. Molto attiva in ambito politico e sociale, aderì alle cause del socialismo e del femminismo, battendosi in favore della liberazione sessuale e dell'aborto. "Il viaggio di Halla" fu pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1952.
LA TRAMA
Per la prima volta in Italia un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien.
Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. Mitchison ci prende per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il valore di comprensione e tolleranza.
Il viaggio di Halla è un racconto agile, profondo e divertente che trasporterà il lettore in un mondo dove si può incontrare un basilisco nella steppa, dove gli eroi vengono portati nel Valhalla dalle valchirie, e dove si può fare fortuna chiacchierando con il cavallo giusto. Più di una semplice fiaba: una volta giunti alla fine, questo romanzo si dimostra una vera e propria mappa di vita.
LA RECENSIONE
Ora, se c’è una categoria di esseri umani che i draghi disprezzano più delle altre, questa è quella comunemente chiamata dei re o degli eroi. Il motivo è che questi sono quasi sempre nemici dei draghi. Così, quando il drago, che si chiamava Uggi, udì che la povera, piccola umana rosea era stata trattata tanto male da un re e una regina, non esitò ma affermò, su due piedi, che avrebbe adottato Halla Figlia degli Orsi e avrebbe fatto in modo che venisse cresciuta secondo i retti principi della dragoneria.
«E voi, sire, farete in modo che riceva pasti regolari?», chiese Matulli.
«Avete mai sentito di un drago che abbia sofferto la fame?», rispose Uggi.
«E farete in modo che non cada nel fuoco, sire?».
«Io stesso la renderò ignifuga», disse il drago.
«E le pettinerete i capelli ogni sera, sire?».
«Li pettinerò con i miei stessi artigli», disse il drago. «Perché vedo che la bimba ha i capelli color dell’oro, che è l’unico colore giusto per i capelli».
«E le asciugherete gli occhi quando piangerà, sire?».
«Asciugherò i suoi occhi con la sciarpa di seta della Principessa delle Terre Speziate che è stata così premurosamente offerta a mio cugino, il Drago dei Grandi Sprechi. Perché vedo che la bimba ha gli occhi del colore degli zaffiri, che è l’unico colore giusto per gli occhi».
Abbiamo per le mani una fiaba decisamente elaborata. Il titolo è infatti da non prendere alla lettera: quello della povera Halla è un viaggio in più di un senso. Certo, ci si sposta nello spazio e nel tempo, e non sempre in modo lineare, ma la vera transizione da una tappa all'altra avviene con i punti di vista: la Mitchison, con una prosa da fiaba intervallata da lampi di delizioso humor britannico (non quello che ci fa raggelare, tranquilli), ci porta per mano da un modo di vedere il mondo all'altro. Certo, la protagonista è una bimba umana, ma nel corso del libro ha occasione di visitare più mondi: quello umano, a lei poco familiare, verrà quasi subito sostituito da quello degli orsi... E non appena Halla ha modo di capire e fare sua la logica di quegli armadi pelosi e golosi di miele e salmone il fato la porta tra le grinfie di un drago, che le vorrà talmente bene da vederla come parte del suo tesoro. Ecco che inizia la sua vita tra i draconici, veri agenti di equilibrio nel mondo che si vedono ostacolati da quegli esseri rosa foderati di ferro che, di recente, hanno smesso di offrire tesori e pulzelle, ribellandosi alle buone vecchie tradizioni. E non appena Halla – e noi con lei – avrà avuto modo di imparare a vedere il mondo con gli occhi di un drago, ecco che nientemeno che quel briccone di Odino la spinge ancora oltre, verso un mondo pronta a vederla quando come una folle, quando come una santa. Riuscirà alla fine la ragazza prima orsa e poi dragona a familiarizzare con la buffa razza degli umani?
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