RECENSIONE: "MEMORIE DI UN COLONNELLO DI SOLDATINI" DI ALESSANDRO FORLANI

LE RECENSIONI DEL SALOTTO
Alessandro Forlani, Memorie di un colonnello di soldatini, Independently Published
Illustrazione di copertina di Martina Biondini

Recensione a cura di Caterina Franciosi


L'AUTORE
Alessandro Forlani ha insegnato sceneggiatura, drammaturgia e scrittura creativa presso l'Accademia di Belle Arti di Macerata, l'Università di Bologna (Polo di Rimini e DAMS), Scuola Comics Pescara e istituti privati. Premio Urania 2011 e Premio Kipple 2012 con il romanzo “I Senza Tempo”Premio Urania Stella Doppia 2013 con il racconto “Materia Prima”, pubblica antologie e romanzi horror, fantasy e di fantascienza presso vari editori. Ha creato con Lorenzo Davia il progetto “Crypt Marauders Chronicles – Thanatolia”: una piattaforma di narrativa sword & sorcery a cui hanno aderito molti autori italiani. Tra i suoi titoli principali: “T”; “Arte e Acciaio”; “Laurasia”; “La Scure e i Sepolcri”; “Memorie di un colonnello di soldatini”.

LA TRAMA
Italia, 2027. Lo storytelling è diventato una pratica quotidiana: la continua e immaginosa narrazione di ogni fatto, di sé stessi, il proprio intimo, è il mestiere di "inging" professionisti a cui i clienti si rivolgono per raccontare - e vivere le proprie vite - in modi interessanti ed eccitanti. Tale pratica ha allontanato le persone dalla realtà, le ha sospese in esistenze allucinate e soggettivi intervalli di spazio-tempo. Un tessuto inconsistente di forme e di parole. Un limbo. Un sogno. Un incubo. Un delirio. Il mondo sta finendo, sta finendo di finire. Un professore universitario con l’hobby dei wargame, a capo di un movimento clandestino, è deciso ad attuare uno strano "golpe" per salvare la società e il paese dal disastro. Ma ha bisogno del supporto mediatico di una inging di talento. Arianna è la migliore: un’influencer che ha elevato lo storytelling a vera forma d’arte. Un romanzo di fantascienza distopica, new weird e urban fantasy. Una satira sociale, un’accusa. Un romanzo che insinua il dubbio che tutto quello che ti circonda è la storia di qualcun altro, ma non è una storia vera. Potrebbe essere il tuo romanzo, se non fosse che anche tu, forse, non esisti.

LA RECENSIONE
Arianna tornò allo specchio a sistemarsi i capelli, esitò: le sopracciglia. Un altro tocco di fondotinta e di mascara sulle ciglia. Si sfilò poi si infilò due-tre bottoni della camicia, ne sfilò uno, due, solo il colletto. La spazzola. La frangia. Il rossetto troppo acceso. Sbiadito, casomai: la faccia livida di una morta sotto la lampada glaciale bianca. Camicia bianca, sudario Gucci, candida sindone Givenchy. Ho il volto troppo rosso, le occhiaie, la psoriasi. Le fiamme nello stomaco e le vampe sulle gote. Le ciocche troppo bionde - volgari? il biondo mio; da tinta, era volgare. 
"Lo sai? Stai bene, mora!", squittivano le amiche. 'Ste stronze: che, castane, si coloravano di paglia e d'oro. Un altro orrendo capello grigio si attorcigliava tra le sue spighe.  

Nell'Italia del futuro (ma siamo così sicuri che si tratti davvero del futuro?) si vive solo attraverso i social media: se non c'è una storia su Instagram o un post su Facebook allora quell'evento non è accaduto. Non è reale. Se non ricevi almeno millemila like, cuori o commenti non sei nessuno. Non esisti. 
Come fare, dunque, per affermare la propria presenza su questo mondo? Ma è semplice: basta affidarsi agli "inging" come Arianna, professionisti esperti di storytelling in grado di rendere ogni evento unico e inimitabile. Almeno sullo schermo. Ma dietro telefoni, tablet e computer esiste ancora un mondo reale, un mondo che sta lentamente cambiando e cadendo a pezzi, un mondo con cui è sempre più difficile restare in contatto...  

"Memorie di un colonnello di soldatini" è un romanzo spaventosamente attuale, a metà fra "Matrix" e un episodio di "Black Mirror". Fin dall'inizio, Alessandro Forlani gioca fra finzione e realtà, fra la reale essenza delle cose e l'aspetto illusorio che troppo spesso le ammanta, fra vittime di un malessere diffuso e outsider ancora disposti a tentare il tutto per tutto. I due protagonisti, Arianna la inging e il Professor Alessandro Partebuona, non potrebbero essere più diversi: lei regina dei social e lui insegnante universitario ormai ridotto a mera tappezzeria. Eppure qualcosa li lega e li spinge oltre limiti che non si sarebbero mai immaginati di travalicare.

Il romanzo di Alessandro Forlani è una feroce satira della società moderna, dai toni volutamente esasperati e dalle tematiche fin troppo attuali: la dipendenza dai social media, il contatto sempre più labile con ciò che ci circonda, la graduale perdita della propria identità personale a favore dell'omologazione e dell'anestetizzazione mentale globale. 
Numerosi sono inoltre i riferimenti cinematografici, letterari e ludici delle decadi passate, come ad esempio "Star Wars", "Indiana Jones" o le opere di Tolkien, inseriti all'interno di una narrazione rapida ed incalzante. Lo stile è quello tipico di Alessandro Forlani, ricco di parole onomatopeiche e di neologismi anglofoni e non che si contrappongono a termini più arcaici. Il risultato è una storia coinvolgente, che si legge tutta d'un fiato, con scene così repentine e dialoghi così surreali che spesso ci lasciano confusi, come se il romanzo stesso ci avesse rapito e ora anche noi fossimo vittime di quell'universo straniante e weird. 

"Memorie di un colonnello di soldatini" è un romanzo affilato e tagliente come una lama, pronto ad aggredirvi senza esclusione di colpi. Non lasciatevi ingannare dai toni divertenti e da un mix sapiente di satira e ironia al vetriolo: il retrogusto che assaporerete al termine della lettura sarà dolceamaro a dir poco.


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