SEGNALAZIONE: "L'ULTIMO DEGLI UOMINI" DI MARGARET ATWOOD
SEGNALAZIONE
Margaret Atwood, L'ultimo degli uomini, Ponte Alle Grazie
A cura di Caterina Franciosi
L'AUTRICE
Margaret Atwood è una delle voci più note della narrativa e della poesia canadese. Laureata a Harvard, ha esordito a diciannove anni. Ha pubblicato oltre venticinque libri tra romanzi, racconti, raccolte di poesia, libri per bambini e saggi. Più volte candidata al Premio Nobel per la letteratura, ha vinto il Booker Prize nel 2000 per "L’assassino cieco" e nel 2008 il premio Principe delle Asturie. Fra i suoi titoli più importanti ricordiamo: "L'altra Grace" (2008), "L'altro inizio" (2014), "Per ultimo il cuore" (2016), "Il canto di Penelope" (2018), "I testamenti" (2019, vincitore del Booker Prize 2019), tutti usciti per Ponte alle Grazie. L’autrice vive a Toronto, in Canada.
L'ULTIMO DEGLI UOMINI
Uomo delle Nevi vive su un albero vicino al mare, avvolto in un lenzuolo sporco. Non sa che ore sono, nessuno lo sa più. Cerca cibo e medicine nelle terre desolate e infestate da ibridi di animali. Fruga fra i resti e rimugina sulle scelte che hanno portato la Terra al tracollo, in nome di una scienza onnipotente. Si abbandona al ricordo di Oryx, donna enigmatica e quieta, e al rancore per l’amico Crake, responsabile del disastro. Le loro esistenze si erano intrecciate nel più classico, e tragico, dei triangoli.
Uomo delle Nevi cerca una spiegazione, per sé e per i «figli di Crake», unica forma di vita intelligente sopravvissuta sulla Terra, frutto esemplare dell’ingegneria genetica. Sono tante le cose che vogliono capire, ignari come sono dell’insensatezza degli uomini.
Come hanno dimostrato Orwell, Huxley, Vonnegut e la stessa Atwood (nel "Racconto dell’ancella"), la rappresentazione letteraria di un’utopia fallita può aprirci gli occhi più di innumerevoli verità sullo stato del pianeta. Quello dell’Ultimo degli uomini è un mondo che potrebbe essere a pochi anni, a poche folli decisioni di distanza da quello in cui viviamo.
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